Chiusura domenicale e festiva dei negozi entro il 2018. La promessa del vicepremier Di Maio alla Fiera del Levante
Il vicepresidente del Consiglio nonché ministro dello Sviluppo economico e del Lavoro Luigi Di Maio, ospite a Bari della 82° edizione della Fiera del Levante, ha manifestato l’intenzione di accelerare il processo di revisione dell’articolo 31 del cosiddetto decreto Salva Italia, introdotto nel 2011 dalla riforma Monti. «Entro l’anno approveremo la legge che impone lo stop nei fine settimana e nei festivi ai centri commerciali. L’orario liberalizzato dal governo Monti sta distruggendo le famiglie italiane. Bisogna ricominciare a disciplinare aperture e chiusure», ha ribadito il leader del Movimento 5 Stelle in vista dell’approssimarsi dell’esame dei disegni di legge sulla chiusura domenicale che prenderà il via giovedì in commissione Attività produttive alla Camera. La disposizione attualmente in vigore prevede infatti che “le attività commerciali, bar e ristoranti compresi, siano svolte senza il rispetto di orari di apertura e di chiusura, esentate dell’obbligo della chiusura domenicale e festiva, nonché da quello della mezza giornata di chiusura infrasettimanale dell’esercizio”. Le proposte di legge che saranno discusse sono cinque: una di cui è prima firmataria la leghista Barbara Saltamartini, l’altra tracciata dal deputato pentastellato Davide Crippa, una terza disegnata dall’onorevole PD Gianluca Benamati, un’altra portata avanti dal Consiglio regionale delle Marche e infine una di iniziativa popolare. In particolare nella versione della Lega saranno le regioni di comune accordo con gli enti locali a stilare il calendario, ma le aperure saranno comunque limitate alle sole domeniche del mese di dicembre, più altre quattro domeniche o festività durante l’anno. Quella del Movimento 5 Stelle mira anche a “riportare la competenza legislativa e la potestà regolamentare nel settore del commercio alle regioni e agli enti locali”, con limiti analoghi come l’apertura di massimo “il 25% degli esercizi per settore merceologico” e “un massimo di dodici festività lavorative annue per singolo esercizio commerciale”, fatti salvi i comuni turistici. Una controriforma che già divide e vede la Federdistribuzione, l’Unione nazionale consumatori (UNC) e le opposizioni allarmate, Confcommercio e Confesercenti caute e aperte al dialogo, e Filcams-Cgil e la Chiesa apprezzare la virata prospettata. «Una grazia di Dio», commenta monsignor Giancarlo Maria Bregantini, arcivescovo di Campobasso.
«Fu Costantino a introdurre, nel lontano 321, il riposo festivo», chiosa l’ex presidente della Commissione Cei per il Lavoro e da sempre contrario alle aperture domenicali.